La storia della Selfica

La Selfica è una tecnologia spirituale creata per migliorare il potenziale umano e amentare la connessione con la sincronicità.

La storia delle Selfica è iniziata quando le antiche civiltà hanno modificato la loro visione dell’universo come di un luogo governato dall’intervento divino, alla comprensione che ci sono forze “intelligenti”, che possono essere utilizzate per ottenere gli effetti desiderati. Le forze selfiche infatti esistono nell’universo e sono un segnale specifico.

La Selfica era conosciuta da molti popoli antichi, tra cui gli egizi, gli etruschi, i celti, i vichinghi gli antichi minoici, ma il suo utilizzo era sempre appannaggio esclusivo di sacerdoti e classi regnanti. L’oro e l’argento sono stati i materiali principali utilizzati per attingere alle energie di Selfica: diverse percentuali di rame nella lega hanno creato conduttività ed effetti diversi.

In epoche in cui i metalli giusti non erano disponibili, sono stati messi a punto altri sistemi usando piante e strutture a base d’acqua come grandi labirinti d’acqua, circuiti di irrigazione e microirrigazione.

Lo sviluppo dell’astrologia era motivato anche dalla ricerca di questi segnali e frequenze: l’intenzione originale non era solo quella di interpretare il loro effetto, ma di dirigerli per non essere limitati dalla nostra dipendenza dalle forze cosmiche.

A Damanhur, la Selfica è stata riscoperta e sviluppata dal fondatore Falco Tarassaco (1950-2013), supportato dal team del laboratorio Selet.

Tutti i dispositivi selfici sono attivati ​​grazie ai Templi dell’Umanità, che funzionano come un’antenna per la selezione e l’uso delle energie Selfiche.

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